La rana e lo scorpione. In questa parabola zen che proponiamo in basso, viene posta in evidenza la natura degli esseri viventi. La lezione che viene espressa in queste poche righe è profonda e induce a riflettere sulle motivazioni che spingono nel compiere alcuni gesti apparentemente incomprensibili. Ma tutto può essere ricondotto alla natura di ciascuno di noi. Sembra un discorso semplicistico o banale ma spesso aiuta a capire e ad approfondire le vicende umane. Spesso la volontà sembra superare ogni ostacolo ma altrettanto spesso l’unico limite che ognuno di noi ha sta nella nostra natura. Senza voler anticipare nulla della parabola seguente, l’invito è a riflettere e meditare sul messaggio profondo che essa contiene.
La rana e lo scorpione
Uno scorpione doveva attraversare un fiume, ma non sapendo nuotare, chiese aiuto ad una rana che si trovava lì accanto. Così, con voce dolce e suadente, le disse: “Per favore, fammi salire sulla tua schiena e portami sull’altra sponda.” La rana gli rispose “Fossi matta! Così appena siamo in acqua mi pungi e mi uccidi!” “E per quale motivo dovrei farlo?” incalzò lo scorpione “Se ti pungessi, tu moriresti ed io, non sapendo nuotare, annegherei!” La rana stette un attimo a pensare, e convintasi della sensatezza dell’obiezione dello scorpione, lo caricò sul dorso e insieme entrarono in acqua.
A metà tragitto la rana sentì un dolore intenso provenire dalla schiena, e capì di essere stata punta dallo scorpione. Mentre entrambi stavano per morire la rana chiese all’insano ospite il perché del folle gesto. “Perché sono uno scorpione…” rispose lui “E’ la mia natura”
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